sabato 25 aprile 2015

Era l'ultima passeggiatina domenicale...

26/04/2015
Naenae


I presupposti erano questi: fare una piacevole passeggiata domenicale sfruttando il bel tempo. Eravamo noi due, i nostri due amici francesi (Audrey e Dorian) e Amandine, un'altra collega francese dell'Alice. Abbiamo pianificato di andare a fare un breve giro in montagna visto che per Amandine sarebbe stata la sua prima volta.

La giornata è splendida e un bel sole ci accompagna, donandoci piacevoli energie positive nell'ora di macchina che ci separa da casa al punto di partenza della nostra escursione. Arriviamo al campeggio verso le 10 dove parcheggiamo e cerchiamo l'inizio del nostro percorso, ho quasi la tentazione di lasciare gli scarponi in macchina e proseguire con le scarpe da "avvicinamento", non avevo idea di quello che ci aspettava! Fortunatamente Dorian mi convince a prendere gli scarponi visto che c'è la possibilità di incontrare del fango. Purtroppo non ci sono moltissime indicazioni sul percorso, c'è una mappa ma con una scala troppo grande per rendersi conto di quello a cui stavamo andando incontro. Optiamo per un giro ad anello, passando per la cima della montagna "the Cone".

Dopo cinque minuti di cammino su un comodo sentiero dobbiamo affrontare uno spettacolare ponte tibetano, sospeso a 40 metri sopra un fiume! Il sentiero si snoda in mezzo al bosco di felci arboree, Rata tree ed altra flora locale. Non è affatto un sentiero facile, ripido con moltissime radici scivolose, sassi scoperti e muschi, il dislivello non è regolare, ci sono molti saliscendi e cambi di pendenza ma non abbiamo fretta quindi proseguiamo senza intoppi con alcune pause per rifocillarci e ammirare la fauna avicola locale. Abbiamo visto particolarmente bene e da vicino un Keroro o Fat Pigeon.









Verso mezzogiorno e mezzo iniziamo ad avere fame quindi ci accampiamo in una bella radura per mangiare, la flora è cambiata con l'altitudine e camminiamo in uno splendido bosco di faggi, con morbidi muschi ovunque, degno giaciglio per un qualsiasi, folletto, hobbit o lepricauno che si rispetti!

Il tempo però passa inesorabile e verso le due arriviamo ad un bivio: proseguendo si va verso la cima della montagna ad almeno 2 ore di cammino al nostro passo, a destra parte il sentiero per il loop track quindi per la macchina. Dopo una breve discussione decidiamo di proseguire fino alle tre e mezza per poi avere due ore abbondanti di luce per tornare indietro dalla loop track che sembrerebbe un po' più lunga ma molto più scorrevole del sentiero fatto in salita. Saliamo e saliamo e verso le 3 decidiamo di fermarci a suonare in una splendida e muschiosa radura (Audrey suona il flauto), finché all'ora prestabilita iniziamo a scendere.







Arriviamo al bivio verso le 4.30 e ci incamminiamo verso la loop track di buon passo, ma il sentiero non è affatto scorrevole, anzi, in alcuni posti è facile perdere la strada vista la florida vegetazione ed il sentiero segnato poco e frequentato ancor meno. Il nostro obbiettivo è scendere fino al fiume (quello del ponte tibetano) per poi seguire il suo corso ritornando al ponte e quindi alla macchina.
Camminiamo e camminiamo ci accorgiamo che alle 5.30 la strada per il fiume è ancora lunga e tortuosa, le nostre ombre si fanno via via più fioche fino a scomparire del tutto alle 6.30 quando ormai è buio pesto.

Già alle 6 iniziavamo a vederci poco ed abbiamo iniziato a tirar fuori i nostri scarsi mezzi di illuminazione che sono: 1 pila frontale e 3 cellulari con i led. Dopo un ora di cammino nel buio finalmente arriviamo al bivio del fiume, dove in teoria la strada avrebbe dovuto spianarsi... 
Il GPS segna altri 5 km di cammino fino al ponte.

Proseguiamo lentamente, facendo tappa per fotografare gli opossum e rimirar le stelle. Un'ora dopo i nostri flash dei cellulari si esauriscono e rimaniamo nel buio totale, senza luci, con ancora un oretta di cammino davanti a noi. Fortunatamente adesso il sentiero non è più così fangoso e scalinato come prima e con l'illuminazione dello schermo della macchina fotografica camminiamo per un altra ora fino ad arrivare finalmente al ponte tibetano, dove ci accoglie uno spettacolare cielo stellato, forse per congratularsi con noi di aver passato incolumi anche questa imprevista avventura.

... e così uscimmo a rimirar le stelle.

Abbiamo imparato:

- Nel dubbio, meglio gli scarponi.
- Sempre una torcia nello zaino da montagna.
- Cercare sempre la scala in una cartina.


domenica 12 aprile 2015

Ricette neozelandesi

41 Kowhai St.
Naenae, Wellington

Proprio così, una componente fondamentale della vita di tutti i giorni è quella dedicata al cibo e visto che il buon cibo è una delle belle cose della vita era ovvio che cercassimo di trovarlo anche qua, agli antipodi.

Premetto che forse in questo discorso potrei essere definito fascista sotto certi versi, visto che da buon italiano faccio fatica a discostarmi dalla pasta, dal pomodoro, dai formaggi (ahimé) e da tutte le cose la cui semplicità è raggiunta solo dalla loro bontà. Visto però  che ci piace sperimentare abbiamo provato a cimentarci anche nel cibo locale, o almeno in quello più appetibile.

Qua la cucina tradizionale maori è composta principlamente da pesce e vari molluschi (ricci di mare, vongole...) cotti in dei particolari forni scavati nel terreno, in cui le braci vengono coperte dalle pietanze e lasciare a cuocere per molto tempo. Questa è un' usanza direi quasi arcaica e non abbiamo mai avuto la possibilità di assaggiare qualcosa cotto in questo modo. I maori "moderni" o la gente più povera di solito si accontenta del fish and chips sotto casa, noodle istantanei, e altre cosette al limite del junk food, sembra che lo stile americano vada per la maggiore.
I kiwi benestanti mangiano un po' di tutto ma non mi pare esista una vera e propria cultura del cibo come esiste in Italia o in Francia, mangiano pasta italiana, wurstel tedeschi e patate all'inglese ma in media sono molto meno attenti di noi sul "buon cibo" (Che poi sarà veramente buono?). 
Come stile dei pasti sono paragonabili allo stile inglese, cioé colazione abbondante anche con uova, pancetta e formaggio, pranzo veloce e cena abbondante.

Un cibo molto popolare sono delle "pie" ovvero delle piccole torte salate (monoporzione) di pasta sfoglia ripiene di formaggio cremoso, carne o verdure. Una cosa di cui sono piuttosto fieri è la loro carne, di cui sono grandi produttori ma visto che noi in linea di massima non ne mangiamo non posso esprimere un vero e proprio giudizio in merito.

Il caffé. I Neozelandesi adorano il caffé ma è difficile trovare un espresso come lo troviamo da noi, la moka è praticamente inesistente e di solito usano le macchine da caffé stile americano oppure il caffé solubile. Per i primi 3 mesi non ho bevuto neanche un caffé, adesso solitamente a lavoro bevo quello stile americano o se c'è crisi l'istantaneo. Diciamo che mi sono abituato.

Quindi visto che non abbiamo una cucina tradizionale veramente a nostra portata stiamo cercando di esplorare al meglio la colossale cucina italiana ed europea provando ricette nuove con le cose che troviamo qui (senza spendere un patrimonio, ad esempio il parmigiano è venduto a 80$-55€ al chilo). Un'innovazione importante scoperta quaggiù è quella di sostituire il lievito di birra con il bicarbonato di sodio, visto che non riusciamo a trovare il lievito vero e proprio. 
Devo dire che i risultati per pizza, pane e torte sono sorprendenti: il tutto è più veloce e leggero! Provare per credere.