14/05/2015
Adelaide, South Australia
Forse il mio più grande cambiamento durante quest'esperienza in Nuova Zelanda, è stato un aumento della consapevolezza di quello che sto mangiando. All'inizio mi sono trovato ad essere un vegetariano quasi per forza, visto che vivendo con una vegetariana, di carne se ne mangia ben poca. Riflettendo su questa mia abitudine che si stava consolidando, ho trovato alcune notizie a dir poco impressionanti sulla sostenibilità del consumo quotidiano di carne.
I dati sul consumo del suolo per produrre mangimi, i dati dell'acqua potabile consumata per produrre un chilo di carne, i dati sull'inquinamento legato al bestiame e all'agricoltura mi hanno lasciato fortemente impressionato.
Cibo:
Viviamo in un pianeta decisamente affollato, una persona su sei soffre la fame. Produrre carne, specialmente manzo richiede un grande corrispettivo in grano, per ogni chilo di carne prodotta, una mucca deve mangiare 13 kg di grano. Complessivamente il bestiame degli U.S.A. mangia 5 volte tutto il grano mangiato direttamente da tutto il genere umano.(a)
Ho conosciuto tante persone che senza la carne a tavola hanno come la sensazione di non poter saziarsi abbastanza con pietanze vegetariane. Io personalmente mi sto trovando molto bene anche senza carne, basta un po' di fantasia e voler sperimentare qualcosa di nuovo.
Ambiente:
Parlando di ambientalismo, che è poi questa la cosa che mi ha fatto più riflettere, solo il settore del bestiame è responsabile per il 18% dell'emissione totale dei gas serra (senza contare i trasporti degli animali vivi). Per avere un termine di paragone questa emissione di gas serra è il 38% in più dell'intero settore dei trasporti, moto, macchine, camion, aerei, treni e navi combinati. Inoltre l'agricoltura animale è responsabile del 37% dell'emissione di metano antropogenico (prodotto dall'uomo) e per il 67% del diossido d'azoto antropogenico (proveniente principalmente dai fertilizzanti).(b)
I dati del Climate Institute ci dicono che la produzione intensiva di carne è un processo suddiviso in molti livelli a partire dalla produzione, fino al trasporto e tutto questo porta ad un consumo energetico, e quindi ad un consumo di combustibili fossili. Sembra impossibile ma ogni caloria di manzo prodotta richiede 40 calorie di combustibili fossili. I dati possono variare, per esempio per la carne d'agnello le calorie diventano 57. (c)
Animali:
Purtroppo la gran parte della carne consumata nel pianeta proviene da factory farm, cioé fordiane catene di produzione il cui obiettivo è la rendita quindi non esattamente "sfamare il pianeta" come sentiamo dire in questi giorni. Per rispondere ad una sempre maggiore richiesta di carne i grandi produttori fanno uso dell'ingegneria genetica a scapito della salute dell'animale stesso a cui vengono somministrati antibiotici ancor prima che presentino malattie! Questo dato proviene dagli studi sulle factory farm americane, non so se in Italia sia esattamente così ma nel dubbio...
Per avere un altro termine di paragone in America vengono somministrati(agli umani) circa 1.36 milioni di kg di antibiotici l'anno, agli animali invece ne vengono somministrati (sempre prima che siano malati) circa 8 milioni di kg. (d)
Non è detto che la carne che esca da tutti questi animali strafatti sia per forza cattiva però non mi sembra esattamente il modo giusto d'agire.
Manzo, maiale, pollo o tacchino?
Spesso molta gente è raccapricciata dal vedere un cane o un gatto finire in padella, in realtà ci sono ben 44 stati al mondo in cui la carne di cane è considerata una normalità. Siamo un po' troppo legati alle nostre considerazioni culturali per quanto riguarda mangiare gli animali. In Europa non mangiamo il cane, in Australia tendono a non mangiare il coniglio, gli arabi non mangiano il maiale, gli spagnoli non mangiano i cavalli e gli indiani non mangiano le mucche.
Ha davvero senso tutta questa differenza?
Basti pensare a quell'animale intelligente e socievole, con cure parentali per la prole, pulito (tende a fare gli escrementi in un solo posto), con un importante struttura sociale, riconosce l'uomo e gli si affeziona. Sembra un cane vero? Invece parlo del maiale. Poi è chiaro che allevare un maiale di 150 kg come animale da compagnia dev'essere piuttosto impegnativo
Tutti questi sono dati, solamente dati che però ritengo sia utile sapere per poter riflettere su quello che stiamo facendo ogni giorno, magari da tutta la vita. Spesso è difficile porsi domande sulle nostre abitudini ma è una cosa che, se si ha una certa sensibilità, ci troveremo a fare nella nostra intimità quotidiana.
Una cosa però è certa, se non abbiamo neanche la possibilità di conoscere dei dati come questi, è certo che non ci porremmo mai domande!
Quindi ognuno faccia le proprie riflessioni e conseguentemente le proprie scelte.
Fonti:
Consiglio a tutti il libro di Jonathan Safran Foer - Eating animals
a: Pimentel, David. "Livestock production: Energy Inputs and the Environment" Science news Cornell University: 24 July 2008.
b: Food and agriculture organization "Livestock long shadow: Environmental issues and options", Rome, 2006.
c: Pimentel, David and Marcia; "Suistanability of Meat-Based ad Plant-Based dietr and the environment" American journal of clinical nutrition.
d: Il dato viene dall' Animal Health institute, descritto dal New York Times come un gruppo che riunisce i 31 maggior produttori di medicinali veterinari. Denise Grady, "Scientist see higher use on antibiotics on farms" New York Times, January 8, 2001.